Il Mistral ha imbiancato il mare per due giorni e poi, finalmente, questa mattina sul campo di regata del Louis Vuitton Trophy La Maddalena c’era il vento giusto per il solito grande spettacolo di vela e sport. Un programma molto ricco, con le barche italiane protagoniste assolute.

Per aprire le danze era in programma l’incontro tra Mascalzone Latino Audi Team e BMW Oracle Racing, in lotta per ritrovare un posto consono al suo rango in una classifica che la vede in coda. Il team si ritrova per la prima volta a bordo di un monoscafo dopo la vittoria dell’edizione 33 della Coppa America: James Spithill, il più giovane timoniere ad averla vinta, è anche a caccia del suo talento, forse diluito dai festeggiamenti delle scorse settimane. E oggi qualcosa ha fatto vedere: ritrova il killing instinct del match racer proprio nell’incontro con Mascalzone Latino Audi Team, che aggredisce subito, fin dall’ingresso nel box di partenza. Gavin Brady, il timoniere di Mascalzone finisce per subire l’australiano e anche per subire due penalità che compromettono fin dall’inizio la regata della barca italiana. Mascalzone ne deve eseguire una subito dopo il via, manovra che gli costa un centinaio di metri. Per questo è costretto a navigare lontano dall’avversario per tutta la regata. Gli americani vincono con un vantaggio di 26 secondi e il loro è un punto importante.

Nel secondo match l’equipaggio di Mascalzone Latino Audi Team resta a bordo e incontra Aleph. I francesi sono in regata, ma dopo la pesante penalizzazione subita dopo la collisione con Azzurra non hanno più ambizioni di classifica; vogliono comunque regatare bene. Bertrand Pacè, un uomo di grande esperienza nel gioco del match racing, controlla bene la partenza e la regata per i primi tre lati. Ma i Mascalzoni sono bravi a non lasciare troppo spazio agli avversari. Alla fine della seconda bolina il loro ritardo è di soli 7 secondi. Mascalzone attacca a fondo lungo la ultima poppa e riesce a vincere per 1 solo secondo dopo un arrivo al fotofinish. E’ la terza volta che gli riesce il sorpasso in queste condizioni. Era successo con Luna Rossa e Synergy.

La terza regata è tra Luna Rossa e Aleph, alla sua ultima prova nei round robin e nel Trophy. Le due barche navigano a lungo in profondità nel box di partenza e poi Luna Rossa taglia verso la boa con Aleph vicino al comitato. Luna Rossa mentre sale sulla sinistra verso la boa di bolina guadagna acqua. La regata si decide al passaggio della boa, quando Luna Rossa riesce a rimanere davanti ad Aleph che non può far valere il suo diritto di rotta. I francesi hanno un problema nell’ammainare il gennaker e navigano oltre il cancello di poppa mentre Luna Rossa prosegue solitaria fino all’arrivo verso il suo terzo punto.

Il quarto incontro è tra Azzurra e BMW Oracle Racing: regata importante per gli americani per avere qualche speranza di restare in regata ma anche per Azzurra, perchè il quarto punto la metterebbe al sicuro nella qualificazione. James Spithill vince la partenza mentre Azzurra pasticcia dalle parti del comitato, gli italiani sono in anticipo sulla linea e devono rallentare, così parte in ritardo. BMW Oracle conduce per tutta la regata senza problemi e vince per 15 secondi.

L’equipaggio di Azzurra resta a bordo e incontra TeamOrigin in una regata “must win” perchè perdere contro gli inglesi potrebbe significare l’esclusione dalla fase successiva. Le due barche partono vicine, Azzurra sopravento e TeamOrigin verso la sinistra e la costa della Sardegna dove il Comitato ha spostato il campo in cerca di un vento più maneggevole. Azzurra conquista la testa della regata e gira la boa di bolina con un piccolo vantaggio. Sufficiente però a chiudere la partita e vincere conquistando il suo quarto punto: un punto molto importante perché in pratica il suo risultato esclude dalla fase successiva il team americano vincitore dell’ultima Coppa America.

Conclude la giornata l’incontro tra Artemis e Emirates Team New Zealand, buono per la testa della classifica. Paul Cayard e Terry Hutchinson controllano bene i kiwi fin dalla partenza e li costringono dietro per tutta la regata che vincono con autorità.

Nel 1857 George Schuyler, uno dei soci fondatori e dei proprietari della famosa goletta America, dona la Coppa “delle Cento Ghineee” al New York Yacht Club, la accompagna un documento che si chiama Deed of Gift, atto di donazione, che stabilisce le regole per le sfide “amichevoli” tra Yacht Club e nazioni, che da li in poi saranno alla base delle regate. Purtroppo bisogna aspettare il ’70 perché finalmente si faccia avanti una barca inglese che traversa l’oceano nel tentativo di riportare la coppa nel Solent. Chi tenta la grande impresa è James Ashbury con Cambria, costruita da Ratsey, che ha già il primato di esser stata la prima barca inglese a traversare lo stretto di Suez, la grande impresa inglese che accorcia il passaggio tra Mediterraneo e Mar Rosso. Ad accogliere Cambria a New York ci sono quattordici defender tra cui la vecchia America. Magic vince la regata, il suo nome resterà nella storia e verrà usato ancora per un defender. E’ una goletta con deriva mobile di ventisette metri, adatta alle acque protette della baia, disegnata da Richard Loper e ha già qualche anno sotto la chiglia. Era nata con armo sloop e con il nome di Madgie nel 1857 ed è stato ampiamente rimaneggiata prima dell’acquisto da parte di Franklin Ogswood. America, che corre senza modifiche, è quarta, la sfidante Cambria solo decima: in quasi vent’anni gli inglesi hanno fatto pochi progressi. Si corre in tempo compensato secondo una regola adottata un anno prima nella baia di New York: in realtà Magic in tempo reale è ottavo. Il percorso si snoda nella baia per 38 miglia e traversa il traffico commerciale, per le barche in regata non è facile evitare le navi. La vita di Magic sarà molto lunga, infatti passa di mano tra diciannove armatori tra i quali anche la “Navy” americana, che la impiega come nave rifornimento nel corso della guerra del 1898 contro la Spagna. Finisce distrutta da un uragano e poi demolita con gli esplosivi davanti a Key West nel 1926.

Si chiama  America la goletta che traversa l’Atlantico per andare a sfidare le imbarcazioni inglesi: è armata da un gruppo di ricchi animati da John Cox Stevens. Sono i fondatori del New York Yacht Club: George Schuyler, Hamilton Wilkes, Beekam Finlay e James Hamilton. Il progetto è di George Steers e riprende canoni molto usati in America per la pesca e per le imbarcazioni dei piloti del porto di New York, profondamente diversi da quelli inglesi. Non si tratta di barche strette e pesanti, ma di scafi larghi e più leggeri. Una esigenza nata nei porti del Maine e New England, ricchi di bassifondi. Il 1851 è  l’anno della grande Esposizione Universale, voluta dalla regina Vittoria, che regna sull’Impero Britannico e la sfida fa parte degli eventi collaterali. Il 22 agosto si regata attorno all’Isola di Wight e gli americani (lo skipper è Dick Brown) devono incontrare quattordici avversari inglesi. Conquistano quella che allora è solo “la Coppa delle Cento Ghinee” forgiata dal gioelliere della regina Garrard e messa in palio dal Royal Yacht Squadron, lo storico club di Cowes. La prima barca inglese è Aurora di Michael Ratsey, proprietario di un importante cantiere locale, che arriva otto minuti dopo America. La leggenda vuole che un valletto della regina abbia pronunciato alla regina, per descrivere la situazione, la frase “Maestà non vi è secondo”. Parole che comunque raccontano bene il vuoto che seguiva la barca americana e l’umiliazione degli inglesi. Adesso si discute se la frase sia vera, se quel valletto sia mai esistito. Certamente è rimasta nella storia ed è sempre citata per descrivere il senso di sfida della Coppa. “There is no second” è il cuore del match racing, è l’essenza del killing instict che viene richiesto ai timonieri.

Il vento oggi ha fatto le bizze, il Comitato ha dovuto aspettare fino al primo pomeriggio per allestire il campo di regata e lanciare tra le boe i primi due equipaggi: l’americana BMW Oracle e la russa Synergy. Ebbene, ancora una volta l’equipaggio vincitore della Coppa America numero 33 si è fatto battere. Karol Jablonski, il timoniere polacco ha sempre tenuto aperto il gioco riuscendo a superare l’avversario al termine della seconda bolina vincendo con un vantaggio di 21 secondi.

Molto accesa la partenza della regata tra Emirates Team New Zealand e BMW Oracle Racing, che deve da qui in poi iniziare a vincere. Dean Barker, il timoniere neozelandese, riusciva a infliggere una penalità a James Spithill nelle fasi del prepartenza. Gli americani conducevano la regata con i kiwi che gli lasciavano un piccolo vantaggio sicuri del fatto che la penalità sarebbe stata sufficiente. Ma verso l’arrivo gli Umpire, gli arbitri in acqua, penalizzavano la barca neozelandese per non aver teso a suffcienza lo strallo di prua. I pochi metri di vantaggio conservati dagli americani erano sufficienti a vincere.

Dopo il settimo giorno ci sono tre barche a quattro punti: Artemis, Emirates Team New Zealand e Synergy.

Questa sera i velisti si concederanno una distrazione, con il “beach party”: la località è “top secret” ma di certo la grande festa organizzata da Louis Vuitton nell’ambito del Louis Vuitton Trophy in corso alla Maddalena avrà una location da sogno. Sono attesi vip e star internazionali per una sorta di “Croisette” in arcipelago su cui sfileranno numerose ambasciatrici delle bellezze della Sardegna e dell’arcipelago che ospita la competizione.

La giornata comincia presto: in acqua Azzurra ed Emirates Team New Zealand. L’incontro è atteso, per gli italiani abbordabile per quanto difficile. Francesco Bruni e Tommaso Chieffi impostano una bella partenza e riescono a conquistare un bel vantaggio. Il pubblico italiano freme: i nostri sono davanti ai maestri, Azzurra che finora ha fatto belle regate senza portare a casa i risultati che merita è li in mezzo al campo, con i kiwi a inseguire. Ma avvicinandosi alla boa di bolina Azzurra invece di mantenere una posizione forte proseguendo a destra pasticcia e si infila in una brutta serie di manovre. Dean “Dino” Barker piomba su Azzurra con eleganza, ma determinazione. E li schianta. Gira la bolina in testa. Game Over, piccolo recupero degli italiani alla fine per tagliare con 16 secondi di ritardo.

Racconta Tommaso Chieffi, tattico di Azzurra: “In partenza entrambi gli equipaggi hanno lottato duramente per l’estremo sinistro e noi siamo riusciti a ottenerlo. Checco è stato molto bravo ad agganciare Emirates Team New Zealand da poppa. Barker ha cercato di resistere, ma a un certo punto ha dovuto mollare il colpo. Per due terzi della bolina non incrociavamo, ma abbiamo avuto pazienza e a circa un minuto dalla lay-line è arrivato l’aspettato salto da sinistra e siamo riusciti a incrociare. A questo punto sembrava una regata fatta. Ma poi, purtroppo, c’è stata un’ingenuità’ da parte mia: guardando dietro, ho pensato che ci fosse spazio per fare due virate, invece così non è stato. Probabilmente eravamo sul massimo sinistro e un pelo di rotazione a destra del vento ha ridotto le nostre tre lunghezze di vantaggio a meno di una; purtroppo questa mia valutazione inesatta ci è costata una regata praticamente vinta… per cercare di fare troppo bene alla fine abbiamo fatto troppo male.”
I kiwi restano in barca e liquidano dopo una falsa partenza e una regata al comando i francesi di Aleph Sailing Team per 29 secondi. Tocca poi a TeamOrigin e Synergy: bella regata, vinta dagli inglesi con un vantaggio di soli 6 secondi.
I motori sono caldi, il pubblico pronto, quando salgono sulle barche il leader della classifica Artemis, la barca di Paul Cayard e Terry Hutchinson contro Mascalzone Latino Audi Team: si combatte per la parte alta della classifica. Artemis è imbattuta dopo quattro regate. I Mascalzoni sono bravi, il timoniere Gavin Brady usa tutta la sua perfida cattiveria: impacchetta gli avverasi, li lascia fermi come non si dovrebbe mai finire e si lancia verso la gloria. All’arrivo il vantaggio di Mascalzone è di 46 secondi. Spiega il tattico Morgan Larson: “Gavin ha fatto una grande partenza sulla sinistra, dove volevamo essere. Ieri sera avevamo fatto una bella riunione puntualizzando la debolezza di Terry nel prepartenza. Credo che Gavin abbia sfruttato quella lacuna anche se sarebbe bastato pochissimo per Terry per volgere la situazione a suo favore”.
Dopo i Mascalzoni tocca a Synergy battere i francesi di Aleph per 33 secondi, in attesa del grande match tra BMW Oracle e Luna Rossa. Dalla parte americana il timoniere australiano James Spithill, che nel 2007 era su Luna Rossa. Le due barche partono lontane: Luna Rossa dalla parte del Comitato e gli americani vicino alla boa. Il vento da ragione a Luna Rossa che naviga indisturbata per tutto il resto del percorso e vince con un vantaggio di 22 secondi. Cicco Rapetti, un ex di Alinghi e uno dei più forti velisti italiani, scivola in mare a mezza barca ma si tiene a una scotta, riesce a risalire. Per l’equipaggio di Ed Baird e Torben Grael la vittoria è una grossa soddisfazione, un secondo punto che da forza dopo l’avvio incerto. Dice Romolo Ranieri, uno dei vecchi leoni del team di Patrizio Bertelli: “Un vittoria importante, perché possiamo continuare a contare sui nostri risultati e  non su quelli degli altri. Un momento difficile è stato al giro di boa quando Cico Rapetti è rimasto impigliato in una controscotta ed è caduto in mare. Per fortuna è riuscito a tenersi e a tornare a bordo”.   

La giornata si chiude con i preparativi per la grande festa di domani: località a sorpresa, come nella tradizione di Louis Vuitton, sempre autore di grandi feste. Gli invitati sono eccellenti e saranno ambasciatori delle bellezze della Sardegna e dell’arcipelago della Maddalena. Donne bellissime come Margareth Made, Kasia Smutniak, Bianca Balti, Martina Codecasa, Diane Fleri, Daniela Fiu. Da Bolliwood arrivano Sameera Reddy e Malaika Arora Khuan; dalla Francia la conduttrice televisiva Arianne Bourgoin, Léa Seydoux, Charles Gilibert.  

Classifica provvisoria
1) Artemis, 4-1, 4 punti
1)  Emirates Team New Zealand, 4-1, 4 punti
3)  Mascalzone Latino Audi Team, 4-1, 3 punti *
3)  All4One, 3-3, 3 punti
3)  Synergy Russian Sailing Team, 3-3, 3 punti.
3)  TEAMORIGIN, 3-3, 3 punti
7)  Azzurra, 2-3, 2 punti
7)  Luna Rossa, 2-5, 2 punti
9)  BMW Oracle Racing Team, 1-4, 1 punto
10)  ALEPH Sailing Team, 2-4, -2 punti *

* Punti dedotti per intervento della Giuria/Comitato

Il Louis Vuitton Trophy La Maddalena è arrivato al suo quinto giorno, con la Sardegna che finalmente è diventata l’isola del vento, con un programma ricco di scontri tra grandi campioni che non si risparmiano negli scontri che ogni giorno animano l’aricipelago de La Maddalena. Mentre lo shore team (la squadra che si dedica alle operazioni di terra) lavora alle barche danneggiate ieri nell’incontro tra Azzurra e Aleph, penalizzato per un totale di quattro punti per quanto successo, in acqua il Comitato presieduto da Peter “Luigi” Reggio ha lavorato come al solito per rispettare il programma. Al mattino, prima regata, è sceso in acqua l’equipaggio di Mascalzone Latino Audi Team per incontrare il sindacato russo Synergy,idea di un gruppo di imprenditori con interessi internazionali affidato al sanguigno timoniere polacco Karol Jablonski. Synergy è partito meglio e ha condotto per gran parte della regata e i fatti decisivi sono nell’ultima poppa. Gavin Brady riesce a girare la boa di bolina proprio dietro i russi, con una manciata di secondi di ritardo e poi comincia il suo attacco. Li pressa da vicino, resta all’interno nella strambata e poi riesce a “rollarli” come si dice in gergo per definire il sorpasso. In quel momento Jablonski si innervosisce e quando gli italiani sono già oltre, liberi di scegliere la loro rotta cerca di portarli all’orza. Il risultato sono due penalità, una per l’infrazione e l’altra per aver reagito male nei confronti degli Umpire, gli arbitri in acqua, quando ha visto alzare la bandiera di penalità. Capita.  Racconta Alberto Barovier aiuto prodiere su Mascalzone Latino: “Oggi scirocco a 15 nodi, e con questo nuovo vento abbiamo provato anche nuove emozioni nella regata contro Synergy. Abbiamo tenuto il contatto con l’equipaggio russo per tutta la regata e nella seconda poppa siamo riusciti a coprirlo e rollarlo, scatenando la sua aggressività che lo ha portato a subire ben due penalità. Un altro punto molto importante per noi”. Per la barca italiana il programma non prevedeva altre regate mentre i russi sono rimasti restare in barca per affrontare Emirates Team New Zealand. Synergy al mattino era imbattuta, al pomeriggio deve incassare due sconfitte: Dean Barker e il suo equipaggio non perdonano, non lasciano spazio a Karol e compagnia non ostante un grande recupero nell’ultima poppa che li porta a tagliare la linea di arrivo con soli quattro secondi di ritardo. Terzo match del giorno quello tra BMW Oracle e All4One, dove gli americani sono finalmente protagonisti  e conquistano la loro prima vittoria dopo un avvio non facile. Incontro combattuto, vivace, con l’equipaggio franco tedesco sempre vicino e autore di una partenza migliore di quella espressa da James Spithill che però ha ritrovato la sua mano felice lungo la bolina dove ha superato gli avversari rimanendo poi al comando fino alla fine.

Il quarto match della giornata era molto importante per i colori italiani: Luna Rossa contro Artemis, il leader della classifica, imbattuto dall’inizio del Trophy. Per Ed Baird e Torben Grael un incontro importante. Purtroppo si gioca tutto nella partenza, quando Artemis riesce a rallentare Luna Rossa mentre le due barche sono in anticipo sulla linea, a partire più veloce e mettersi in una posizione di controllo. Per Luna Rossa è un lungo inseguimento che dura tutta la regata. Nella prima bolina incisivo, restano vicini, ma poi non riesce più a tenere aperta la regata e lascia il via libera alla quarta vittoria, su quattro regate, per gli svedesi.

Il Comitato è riuscito a rendere possibile una ulteriore regata, per completare il pomeriggio del Louis Vuitton Trophy La Maddalena. L’equipaggio di Luna Rossa è rimasto su Ita 99, una delle due barche messe e disposizione da Mascalzone Latino Audi Team per affrontare All4One, la barca franco tedesca portata da Jochen Schumann e Sebastien Col. Nella partenza Ed Baird e Sebastien Col hanno scelto lati diversi del campo, ma quando è stato il momento di convergere Luna Rossa, che era a sinistra si è trovata anche dietro. L’equipaggio di Patrizio Bertelli ha inseguito per tutto il resto della regata ma non è riuscito a tornare vicino, in una posizione che consentisse di attaccare veramente.

Questa mattina all’alba il vento soffiava forte, l’aria si infilava anche sotto le finestre e qualcuno ha detto: finalmente è Sardegna. L’acqua sul magico campo di regata de La Maddalena era bianca: il colore che prende quando il vento muove la superficie. E’ stata, come promesso, una giornata epica. Anche troppo. Ci sono state grandi battaglie tra Synergy e Luna Rossa, sconfitta dai russi che hanno indovinato un’altra regata ben fatta. TeamOrigin ha conquistato la seconda vittoria battendo All4One. E poi Luna Rossa cha ha sconfitto, tre anni dopo le regate di Valencia della finale Louis Vuitton Cup che l’avevano vista soccombere nei loro confronti, Emirates Team New Zealand. La rivincita è anche il primo punto per la barca di Patrizio Bertelli finora rimasta all’asciutto. Ancora: Artemis ha battuto BMW Oracle, lo squadrone di Larry Ellison e Russell Coutts che resta fermo a zero punti dimostrando quanto siano vicini tra loro gli equipaggi e anche quanto vada forte la barca di Paul Cayard e Terry Hutchinson, solitaria in testa alla classifica con tre punti. Fin qui le regate vere: il fattaccio succede nella regata tra Azzurra e Aleph. E’ una brutta collisione proprio mentre le due barche si scambiano qualche favore in partenza. I francesi forzano un incrocio per cambiare lato sulla linea di partenza ma colpiscono in pieno la poppa della barca su cui naviga l’equipaggio italiano. Gli Umpire (i giudici in acqua) decidono subito per penalizzare con la bandiera rossa i francesi e poi decidono per la nera: squalifica immediata e vittoria assegnata ad Azzurra.  “E’ stato un errore di comunicazione tra il prodiere e il timoniere di Aleph – racconta Gabriele “Ganga” Bruni – abbiamo visto il prodiere che invitava il timoniere a proseguire nella sua rotta. Non c’era tempo per reagire e cambiare rotta”.  Il prodiere della barca francese è Gilles Andrè, una campagna a Valencia con China Team, il timoniere è l’esperto Bertrand Pacé, in questa occasione troppo desideroso di forzare la mano. Il danno alle due barche è consistente: la prua aperta di Usa 98 fa più impressione delle crepe che si sono prodotte a poppa di Usa 87. I due gioielli di BMW Oracle, le barche usate dal team per la Louis Vuitton Cup del 2007, sconfitto in semifinale da Luna Rossa, hanno bisogno di cure  e il programma verrà modificato. E’ probabile che si corra con una sola coppia di barche fino alla fine modificando il programma delle regate. Dopo il round robin sono le semifinali e le finali. Le regate di questa fase diventano “must win” per molti sindacati.
La regata del giorno, per i colori italiani, è quella del primo punto di Luna Rossa: finalmente lo squadrone di Patrizio Bertelli, del timoniere Ed Baird, del tattico Torben Grael ha trovato la sintonia per battere un avversario importante: Emirates Team New Zealand. Per gli italiani è stata una regata autorevole, con una bella partenza, una bella scelta di campo. Per due volte hanno navigato a destra del campo, hanno preso qualche rischio nella seconda decisiva bolina, quando i kiwi sembrava potessero entrare in corsia di sorpasso dopo esser rimasti a sinistra e aver costruito una certa separazione. Non ci sono riusciti.
Racconta Torben Grael: “Potevamo andare meglio con Synergy, abbiamo avuto una possibilità di passarli alla bolina ma non siamo riusciti a usarla. Contro Emirates Team New Zealand siamo partiti bene ma un salto consistente sembrava averli rimessi in regata. Abbiamo creduto nel nostro lato e siamo arrivati bene alla boa. Non è stato facile ma ci siamo riusciti. Adesso ogni giorno bisogna vincere…”.
La classifica è corta con Artemis al comando con tre vittorie e nessuna sconfitta e subito dietro quattro barche con due vittorie: Synergy, All4One,Azzurra e TeamOrigin.

 La classifica
 1) Artemis, 3-0, 3 punti
 2)  All4One, 2-1, 2 punti
 2)  Azzurra, 2-2, 2 punti
 2)  Synergy Russian Sailing Team, 2-0, 2 punti
 2)  TeamOrigin, 2-3, 2 punti
 6)  ALEPH Sailing Team, 2-1, 1 punto*
 6)  Emirates Team New Zealand, 1-1, 1 punto
 6)  Luna Rossa, 1-3, 1 punto
 6)  Mascalzone Latino Audi Team, 2-1, 1 punto *
10)  BMW Oracle Racing Team, 0-3, 0 punti

  *  Punti detratti dalla Giuria/Umpire